Il popolo verde by Festus Pragnell

autore:Festus Pragnell [Pragnell, Festus]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Emmebooks
pubblicato: 2013-09-28T00:00:00+00:00

XI

I miei sonni furono interrotti da un calcio. L'auto era ferma ed era notte fonda. Il deserto era immerso nell'oscurità tranne le poche stelle. Sul soffitto dell'auto c'era una luce confusa, celata in modo da non esser vista dall'esterno attraverso le fessure. Potei vedere che Issa era addormentata.

«Ora» disse la guardia che ci aveva dato il calcio «attraversiamo le linee e da qui comincia il pericolo. In un qualunque momento possiamo trovare un'auto del nemico. È necessario che uno di voi stia di sentinella vicino al guidatore. Ciò significa, sei ore di sonno e dodici di guardia per ciascuno. Ora, e per tutto il resto del tempo in cui resterete nel deserto di Gorlem, la vostra vita dipenderà dal come sarete vigilanti. Se ritardiamo nel vedere un'auto nemica e per conseguenza se saremo avvistati prima saremo ridotti in pezzi. Riconoscerete un'auto nemica perché è più rotonda della nostra. Appena vedete un simile veicolo, premete il bottone e il vostro veicolo si fermerà. Ricordate che un oggetto fermo è sempre più difficile da vedere di uno che si muove, e quando una di queste auto si ferma è come se svanisse nell'aria. E così segnate il luogo e avvisatemi subito. Vi darò un fucile a testa: non usatelo prima che ve lo dica».

Come presi l'arma, mi sentii esaltato possedendone due. Occupai il mio posto di osservazione mentre una donna delle caverne guidava, poi guidai io mentre un altro osservava intorno. Vi furono molte soste perché chiunque fosse di guardia pensava di vedere un'automobile nemica, ma poi questi dubbi si diradarono e infine distinguemmo le auto dalle ombre.

Come la luce del giorno cominciò a filtrare nel deserto, l'aria era così chiara e priva di vita, di vegetazione e di animali che immaginai di guidare in un nudo paesaggio lunare o di qualche altro mondo da cui la vita se ne fosse andata. E in cui la morte fosse finalmente e completamente vittoriosa.

Tra le nere rocce naturalmente l'auto si esponeva di più e tutti dovevamo mantenere un'acuta vigilanza. Ansiosamente osservavamo il nostro apparecchio rivelatore che ci avrebbe avvertito, ci fu detto, dell'avvicinarsi dei nemici. Le ore passavano con monotonia, guidando, sorvegliando il fosco deserto, dormendo brevemente sonni pieni di visioni di sabbia insanguinata; caldi giorni, fredde le notti stellate. A volte passavamo vicino a luci blu, copie minori di quella grande posta sulla montagna vulcanica e allora potevamo diminuire la vigilanza per un momento, perché il nemico non osava avvicinarsi a esse.

Una volta la nostra guida imprecò violentemente quando scorse uno di questi globi. Siccome passavamo molto velocemente vidi appena di sfuggita molte automobili intorno a un mucchio di relitti.

«I pazzi» disse la nostra guardia «hanno diminuito la vigilanza e sono stati fatti fuori da un attacco di sorpresa. Ecco quello che vi aspetta se non tenete gli occhi bene aperti».

L'incidente doveva avergli frustato i nervi, perché dopo ci fece viaggiare molto celermente. Il terreno era così eguale e livellato che era possibile mantenere una velocità sostenuta. In questo luogo era impossibile una

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